Nella secolare storia del Blackjack, sono molti i personaggi che per vari motivi hanno guadagnato una fama planetaria grazie alle proprie azioni. Tra i giocatori ancora in attività, uno dei più celebri è sicuramente Zeljko Ranogajec, giocatore professionista di nazionalità australiana che (secondo una leggenda mai confermata ma al contempo mai adeguatamente smentita) applicando il metodo del conteggio delle carte è riuscito a mettere su una fortuna diventando multimiliardario e aggiudicandosi la fama di “uno dei più creativi e prolifici giocatori di tutti i tempi”, ma al contempo ottenendo anche il ban vita natural durante da un numero imprecisato di casinò di tutto il mondo.

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Giocatore poliedrico è invece Stanford Wong che, oltre ad aver pubblicato numerosi saggi sul Blackjack, si è cimentato anche con il Craps ma si è guadagnato anche una certa popolarità in quanto ideatore della strategia che prende il nome di Wonging e che, sostanzialmente, consiste nell’osservare attentamente le partite di Blackjack e, prima di iniziare a giocare, attendere finché il conteggio non diventa vantaggioso per il giocatore. Questo escamotage è all’origine del divieto vigente su alcuni tavoli da gioco, in base al quale ogni nuovo giocatore deve unirsi alla partita solo in occasione della prima mano successiva alla mischiatura dei mazzi di carte.

Wong, infine, oltre ad essersi guadagnato un dottorato in Finanza presso la prestigiosa Università di Stanford, è stato anche autore di un software utilizzato per il calcolo delle probabilità al Blackjack, il cosiddetto Blackjack Analyzer.  

Una celebrità dei tempi recentissimi è invece Erica Shoenberg, avvenente giocatrice e moglie del pokerista Eric Lindgren. La bella Erica, il cui fisico mozzafiato le ha assicurato il titolo di Blackjack Babe, vanta nel proprio palmares numerosi piazzamenti di prestigio nell’Ultimate Blackjack Tour e nelle World Series of Blackjack, ma non disdegna neanche i tavoli da poker dove ha totalizzato oltre 800.000 dollari di premi.

Nonostante molti protagonisti di questo gioco abbiano accumulato la propria fortuna grazie alle carte, Kerry Packer è divenuto uno degli uomini più ricchi d’Australia (con un patrimonio stimato in circa 6 miliardi di dollari) grazie ad un impero fondato sui mass media. La sua figura è comunque di assoluto rilievo per il Blackjack grazie alla sua forte propensione al gioco, al punto che le sue sortite al tavolo da gioco sono talmente aggressive da poter mandare in dissesto i bilanci di un casinò per un intero anno o, all’estremo opposto, da poter costituire la loro fortuna. Packer ha infatti riportato perdite per 20 milioni di dollari al Bellagio, di 19 milioni al Ritz di Las Vegas ma è stato anche capace di costringere l’Aspinalls Club di Londra alla chiusura e di infliggere una batosta da 33 milioni di dollari all’MGM Grand combinando partite a Blackjack e Baccarat, débâcle che portò al licenziamento di parecchi impiegati del casinò che consentirono al magnate australiano di piazzare puntate esorbitanti. Secondo testimonianze, le puntate piazzate da Packer hanno superato anche i 300.000 dollari in una singola mano ma si è sempre distinto per aver comunque mantenuto un atteggiamento signorile e distaccato (anche a fronte di un passivo di svariati milioni) unito ad un’arguzia e un senso dello humor fuori dal comune. 

Una menzione merita anche Don Johnson, uno dei pochi giocatori che si è arricchito senza mai usare alcun metodo di conteggio delle carte. Il nome di Johnson è iniziato a circolare con insistenza a partire dagli anni ‘90 quando ha iniziato a frequentare i locali di Atlantic City, ma il vero colpaccio lo ha messo a segno solo in tempi recenti. Nel 2010, infatti, ad Atlantic City ha inflitto una stoccata da quattro milioni di dollari al Caesars e poco dopo ha concesso una replica portando via quasi cinque milioni al Borgata. L’eco di questi successi si diffuse rapidamente e ben presto molti casinò gli rifiutarono l’accesso, ma ciononostante Johnson non si arrese e durante la primavera del 2011 tornò a colpire: nel giro di 12 ore e grazie a puntate da 100.000 dollari mise assieme un bottino di quasi sei milioni al casinò Tropicana, vincita che causò il licenziamento del direttore.

Questo exploit che portò nelle casse di Johnson una cifra pari a circa 15 milioni nel giro di appena sei mesi fu reso possibile grazie all’utilizzo della Basic strategy, ma soprattutto grazie a un bankroll (una disponibilità di denaro da investire nel gioco, cioè) tale da poter sostenere serenamente le fasi del gioco in cui le carte non sono favorevoli. Secondo Johnson, infatti, i casinò battono i giocatori perché a lungo andare non hanno un bankroll adeguato, una carenza da cui invece Don Johnson (che ha alle spalle una solida attività imprenditoriale) non era affetto.  

The Blackjack Man

Ken Uston, un altro giocatore e autore che ha sottolineato l’importanza del team play applicato al conteggio delle carte, è passato alla storia anche per la sua abitudine di recarsi ai tavoli sotto mentite spoglie (per aggirare i divieti dei casinò che lo avevano bandito a vita dai loro locali) e per aver vittoriosamente battagliato nelle aule dei tribunali contro alcuni casinò di Atlantic City per difendere i diritti dei giocatori dediti al conteggio delle carte, fatto che ha indotto i casinò ad incrementare il numero di mazzi di carte adottati per le partite di Blackjack o a modificare alcune regole in modo da elevare l’House Edge. Nella sua lunga carriera ha vinto svariati milioni al tavolo da gioco arrivando anche a puntare dodicimila dollari in una sola mano e gli è stato dedicato un documentario dal popolare canale via cavo History Channel, col titolo di The Blackjack Man

Per buona parte della propria carriera di giocatore, Uston ha formato un eccezionale team con un altro giocatore leggendario, Al Francesco, il primo ad intuire l’importanza del ruolo di una squadra di giocatori durante un tentativo di conteggio delle carte al casinò e che di Uston fu un vero e proprio mentore, almeno fino a quando i rapporti tra i due non si fecero tesi dando origine a conflitti insanabili che posero fine al loro sodalizio. Il loro metodo era sostanzialmente semplice. Ciascun membro del loro team si piazzava ad un tavolo diverso e iniziava a contare le carte: quando il conteggio diventava favorevole, si faceva un segnale concordato al Big Player che iniziava a puntare fortissimo. Questa strategia portò ad accumulare una vincita di oltre 44.000 dollari già dopo una sola giornata di gioco. Ancora oggi, grazie alle battaglie legali condotte da Uston, ai gestori dei casinò dello Stato del New Jersey non è consentito allontanare i giocatori dai propri locali a causa del card counting. 

 

Il MIT Blackjack Team

Un altro duo che ha fatto molto parlare di sé è quello formato da Bill Kaplan e J.J. Massar, i fondatori di quello che sarebbe passato alla storia come il MIT Blackjack Team, immortalato nel celebre film “21”. Il loro sodalizio prese le mosse sul finire degli anni ’70, nelle aule dell’autorevole ateneo di Harvard e del Massachussets Institue of Technology. All’epoca, Kaplan aveva già allestito un suo team con cui aveva rastrellato numerose case da gioco di Las Vegas e mettendo su una somma pari a 35 volte il capitale iniziale in meno di un anno di gioco, ma si era da poco separato dai propri compagni d’avventura a causa di divergenze legate al metodo di conteggio e alla strategia da applicare. L’incontro con Massar fu decisivo in quanto Kaplan accettò di costituire un nuovo gruppo a patto che fosse proprio Kaplan a indottrinare i nuovi giocatori e a stabilire le strategie da adottare in merito a puntate, divisione dei compiti, scelta dei casinò etc. 

Il nuovo team, formato da 10 giocatori reclutati tra gli studenti dei campus, partì da un capitale di circa 90.000 dollari (raccolti grazie anche al contributo di investitori esterni) e nel giro di 10 settimane aveva già raddoppiato questa somma, mentre gli investitori avevano già ottenuto un rendimento del 250%. La squadra crebbe ulteriormente negli anni successivi e nel 1984 (anno in cui Kaplan decise di non comparire più in prima persona poiché i gestori dei casinò iniziarono ad ingaggiare investigatori privati per pedinarlo, nella speranza di riuscire ad individuare i suoi compari e porre fine al loro giro) contava circa 35 membri e un capitale di 350.000 dollari. Nel ’92 Kaplan, Massar e altri membri del team decisero di dar vita ad una società con cui investire in campo immobiliare e in un casinò nel Connecticut con l’obiettivo di ottenere altri fondi da utilizzare nel gioco: nel giro di un anno quest’impresa produsse utili per un milione di dollari. Nel 1993 il MIT Team poteva contare su oltre 80 membri e reclutava giocatori su tutto il territorio nazionale statunitense. Ciononostante le imprese di Kaplan e compagni non passarono inosservate e ben presto molti componenti del gruppo vennero banditi dai casinò e nel 1994 il MIT Team si scisse in due gruppi indipendenti, gli Anfibi e i Rettili, per poi sciogliersi definitivamente nel 2000.  

I teorici

Un importante innovatore del gioco fu Edward Thorp, l’inventore del metodo del conteggio delle carte. Professore di Matematica al MIT, Thorp applicò le sue conoscenze al Blackjack e riuscì a brevettare un sistema di conteggio professionale privo di difetti grazie al quale i giocatori potevano ridurre l’House Edge fino all’1%, quando normalmente l’House Edge si aggira intorno al 5%. In compagnia di un suo amico, Thorp sperimentò l’efficacia del proprio sistema ai tavoli da gioco di Las Vegas vincendo a ogni weekend una cifra pari a circa 50.000 dollari di oggi. Thorp tuttavia rimase un anonimo professore universitario fino al 1962, anno in cui decise di svelare al mondo il proprio metodo attraverso il libro “Beat the dealer” che divenne all’istante un best seller per tutti i giocatori di Blackjack e costrinse i casinò a prendere atto della necessità di adeguate contromisure contro il fenomeno del conteggio delle carte.  Tra gli ex giocatori che hanno messo al servizio degli altri colleghi il proprio sapere è possibile citare anche Arnold Snyder, ex pro e autore a sua volta di testi divenuti degli autentici classici per i giocatori di Blackjack. Snyder è noto in quanto gestore del Blackjack Forum, una rivista specializzata dedicata al gioco d’azzardo che ospita gli interventi di numerosi esponenti del mondo del Blackjack ma anche occasionalmente del Poker e dell’Ippica.

Ancora oggi, Snyder è una autentica autorità nel mondo del gioco d’azzardo e viene interpellato spesso in qualità di consulente in occasione di processi giudiziari concernenti truffe al gioco o che coinvolgono giocatori professionisti, come nel caso di Tommy Hyland, un pro cui fu ingiustamente vietato l’ingresso in tutti i casinò del Nord America. Tra le sue tante attività, Snyder è impegnato in campagne di sensibilizzazione volte a svelare i trucchi dei tanti truffatori che mettono in vendita discutibili metodi per vincere al gioco approfittando dell’ignoranza e dell’inesperienza di giocatori dilettanti. Molti dei personaggi che abbiamo appena ricordato sono stati recentemente introdotti nella Blackjack Hall of Fame, un’istituzione fondata nel 2002 con sede presso la città di San Diego, California e che può contare su una membership di 19 illustri personalità di questo gioco.

Questo lungo elenco di giocatori di successo non deve fornire un messaggio sbagliato. Diventare dei grandi giocatori di Blackjack non è affatto facile e sono tanti coloro che non hanno avuto successo e sono andati incontro a gravi problemi di natura economica a causa del vizio del gioco. Come diceva una vecchia canzone, "uno su mille ce la fa" ed è necessario essere consapevoli che il numero di quelli che non riescono a sfondare è infinitamente superiore rispetto ai pochissimi campioni.