Il Blackjack non è un gioco particolarmente complicato ma ciò non vuol dire che imparare a giocarci sia una missione semplice. Considerando la versione classica, si può giocare utilizzando uno o più mazzi di carte (fino a otto) a semi francesi, quelle che ordinariamente si usano per giocare a poker, per intenderci. Per il Blackjack sono sufficienti 52 carte, quindi non si utilizzeranno i jolly. L’obiettivo del gioco consiste nello sconfiggere il banco ottenendo un punteggio più alto ma comunque non superiore al 21: nel Blackjack, infatti, sarà sempre un duello face to face contro il mazziere, anche se comunque al tavolo possono essere presenti altri giocatori che però non si scontreranno mai tra loro:

1 - Il Blackjack in Europa e negli States: differenze e somiglianze

2 - Il raddoppio e lo split

3 - La resa e l'importanza della gestualità al tavolo da Blackjack

4 - Puntate collaterali e assicurazione

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1 - Il Blackjack in Europa e negli States: differenze e somiglianze

Generalmente, nei tavoli presenti nei casinò (solitamente di forma semicircolare) vi sono da cinque a sette postazioni per i giocatori. In alcuni casinò esiste anche la possibilità del back-betting, ovvero la facoltà, per un numero di giocatori fino a tre per ogni posizione di piazzare delle puntate sulle carte del giocatore vero e proprio, il cosiddetto controlling player, ovvero la persona che controlla il gioco e decide se chiamare, stare, raddoppiare e così via, che è poi l’unico soggetto con cui il mazziere s’interfaccerà durante il gioco.  A ogni mano, il mazziere distribuisce una alla volta due carte scoperte a ciascun giocatore, banco compreso, partendo dal primo alla propria sinistra. Una piccola curiosità consiste nel fatto che negli Stati Uniti il primo giocatore alla sinistra del banco è chiamato “prima base”, mentre il primo giocatore alla destra del banco è denominato “terza base”, un linguaggio chiaramente mutuato dal gioco del baseball, sport nazionale americano. 

È bene notare che nei casinò europei il banco riceve inizialmente solo una carta scoperta mentre la seconda arriva solo dopo che tutti i giocatori hanno terminato la propria mano; nei casinò statunitensi invece la situazione tende a essere leggermente differente poiché la seconda carta del banco viene servita per ultima e rimane a faccia in giù finché i giocatori non concludono il gioco, a meno che il banco non abbia in mano un Blackjack. In quest’ultimo caso si parla di Hole Card Games per la presenza di un piccolo dispositivo elettronico che consente al mazziere di sbirciare la carta coperta senza correre il pericolo che tale carta venga vista anche da occhi indiscreti; nel caso dei casinò europei è più frequente la dicitura No Hole Card, proprio per l’assenza di questa sorta di occhio elettronico, anche se comunque non è da escludere che nel breve volgere di qualche anno anche nel Vecchio Continente non si importi la tecnologia già adottata oltreoceano.

All’inizio di ciascuna mano, prima che vengano date le carte, i giocatori effettuano la puntata, in proposito è bene ricordare che in ogni tavolo sono presenti un limite massimo e un limite minimo, quindi onde evitare brutte figure sarebbe appropriato che il tavolo in cui ci si reca abbia delle puntate adeguate alle proprie tasche. Come abbiamo già detto, il punteggio massimo che si può ottenere è pari a 21. In questo gioco, ogni carta ha un preciso valore: gli assi possono essere utilizzati sia come 1 che come 11, a scelta del giocatore, le carte dal 2 al 10 hanno il valore del numero che recano stampato e le figure (Jack, Regina e Re, o J Q e K, se preferite) valgono sempre 10. Uno score di 21 ottenuto con due sole carte (un Asso e un 10 o una figura) è denominato Blackjack e batte tutte le mani, compresi i 21 ottenuti con tre o più carte. È rilevante notare, inoltre, che mentre ogni mano vinta viene pagata con un rapporto di 1:1, cioè con un premio pari alla puntata, una mano vinta con un Blackjack ottiene un premio pari a una volta e mezzo la posta, cioè per ogni euro puntato se ne otterranno quindi 1,50, anche se è capitato di notare che alcune case da gioco pagano un premio leggermente inferiore. Se invece, sia uno (o più) giocatori che il banco ottengono un Blackjack, la mano finisce in parità e la puntata torna intonsa nelle mani del giocatore.

 

Poiché comunque non sempre si ha la fortuna di trovarsi tra le mani un Blackjack, ciascun giocatore può decidere di incrementare il proprio punteggio chiamando una o più carte. Il pericolo insito in questa situazione è che il giocatore finisca per superare il 21, il che significa sconfitta automatica. Ovviamente questa regola è valida anche per il banco e, infatti, per motivi facilmente comprensibili, i casinò hanno da decenni introdotto una sorta di codice di condotta per i mazzieri che fino a un punteggio di 16 sono tenuti a chiamare carta, mentre dal 17 in poi devono obbligatoriamente “stare”.  Altrettanto ovviamente, sotto questo aspetto esistono delle piccole differenze derivanti dalle scelte che ogni casinò decide di operare. Difatti, in alcuni tavoli con un cosiddetto 17 “soft” (cioè in cui una delle carte è un Asso utilizzato come 11) il banco è tenuto a chiamare, mentre in altri casi no. Ovviamente, è caldamente consigliato informarsi di quali regole sono in vigore prima di avvicinarsi a un tavolo per scongiurare brutte sorprese o, nel caso peggiore, pessime figuracce. 

2 - Il raddoppio e lo split

 In merito, è bene precisare che è consentito chiamare un numero indefinito di carte ma sempre e comunque finché il totale non raggiunge il punteggio di 20. Inoltre, il banco non si avvale mai della facoltà di raddoppiare, splittare, o di resa. Queste ultime mosse sono invece a disposizione dei giocatori. Il raddoppio (o double down) consiste nella decisione di raddoppiare il valore della puntata impegnando però il giocatore a “stare” dopo aver ricevuto un’altra carta, a prescindere dal punteggio ottenuto. Il raddoppio non vincola i soggetti che fanno back-betting, in quanto possono decidere autonomamente se raddoppiare o meno. Lo split, disponibile solo prima di aver iniziato a chiamare carte, si può chiedere quando si hanno due carte del medesimo valore. Tuttavia, esistono delle eccezioni, in quanto esistono casi in cui lo split non viene concesso davanti a due carte diverse ma dello stesso valore (ad esempio, un 10 e una figura qualsiasi). In questo caso, il mazziere aggiunge una carta vicino a ognuna delle due carte iniziali e il giocatore piazza un’altra puntata dello stesso ammontare in quanto in questo caso si trova a dover gestire due diverse giocate.

Nel caso in cui anche queste due coppie di carte siano nuovamente identiche o dello stesso valore, teoricamente il giocatore può chiedere nuovamente di splittare, anche se di fatto molte case da gioco prevedono un limite fisso di split consecutivi a disposizione del giocatore. Allo stesso modo, ci possono essere dei divieti concernenti la possibilità di raddoppiare la puntata nelle mani seguenti alla dichiarazione di split, e i Blackjack ottenuti nelle mani splittate vengono considerati come semplici 21, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di pagamento delle puntate (compreso il fatto che il 21 non batte il Blackjack, dando un ulteriore piccolo vantaggio al banco). 

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3 - La resa e l'importanza della gestualità al tavolo da Blackjack 

 In alcuni tavoli, inoltre, è prevista la possibilità della resa: in questo caso, il giocatore, ancor prima di aver dichiarato se stare o chiamare carta, ma solo dopo che il dealer ha controllato la seconda carta (poiché non è possibile dichiarare la resa se il banco fa Blackjack) può, infatti, arrendersi perdendo la mano ma nel contempo ottenendo la restituzione di metà della puntata.  C’è da dire che ogni giocatore, oltre a dichiarare a voce le proprie mosse, può comunicare con il dealer tramite dei gesti. In particolare, per chiamare carta si può semplicemente picchiettare col dito sul tavolo o muovere la mano dal tavolo verso di sé, mentre per “stare” si può porre le carte sotto la puntata o muovere orizzontalmente la mano, come in segno di rifiuto. Per il raddoppio, invece, il segno convenzionale consiste nel porre delle chips affianco alla puntata iniziale, mentre per chiedere lo split è sufficiente posizionare altre fiche esternamente al riquadro dedicato alle puntate, cioè il cosiddetto betting box.

Queste precisazioni assumono un valore maggiore se si considera che in caso di discordanza tra un segnale a voce e un segnale manuale è quest’ultimo a prevalere (e nei casi in cui si verifica una contestazione di questo genere è sempre disponibile un filmato proveniente dalle telecamere a circuito chiuso, in modo tale da dirimere ogni dubbio), quindi è bene sapere che un determinato gesto al tavolo da gioco può anche essere interpretato in un certo modo dal mazziere, una considerazione utile soprattutto per noi italiani che abbiamo sempre una certa tendenza a gesticolare talora in modo anche piuttosto accentuato. 

4 - Puntate collaterali e assicurazione

 E, infine, si tratta anche di considerazioni che possono tornare utili quando si va all’estero e non si conosce la lingua locale, e soprattutto per i soggetti affetti da disabilità tali da costringerli alla comunicazione tramite linguaggio dei segni. In alcuni tavoli, ma non in tutti, sono a disposizione del giocatore una serie di opzioni aggiuntive. Esistono, infatti, le cosiddette puntate collaterali, cioè scommesse su aspetti disgiunti dallo svolgimento classico del gioco (molto diffuse anche nel gioco online) come ad esempio la cosiddetta Dealer Match, ovvero una scommessa che prevede che il giocatore indovini quando le sue carte coincidono con la carta scoperta del mazziere. Un’altra facoltà a disposizione del giocatore (solo in alcuni tavoli) è l’assicurazione.

Se la carta scoperta del banco è un Asso, il giocatore può premunirsi dal rischio che il banco realizzi un Blackjack. Nel caso in cui quest’eventualità si verifichi, il giocatore che ha scommesso sull’assicurazione riceve una somma pari al doppio della puntata. La puntata sull’assicurazione è indipendente dall’esito della mano, quindi nel caso in cui il banco non abbia un Blackjack si procede normalmente col gioco come di consueto. La puntata massima per l’assicurazione può essere pari fino alla metà della puntata principale. Quest’opzione è disponibile anche per il giocatore che ha in mano un Blackjack, difendendosi così dal rischio di vedersi annullata una vincita dal Blackjack del banco e, nel caso in cui il giocatore decida di effettuare la puntata massima per l’assicurazione, ottenendo in pratica la stessa cifra che vincerebbe in condizioni normali.

In ogni caso, l’assicurazione ha sicuramente un’immagine molto seducente per il giocatore ma di fatto a lungo andare finisce col rivelarsi inevitabilmente controproducente poiché le probabilità che il banco realizzi un Blackjack sono pari a poco meno del 30% dei casi, anche se man mano che le carte escono questi calcoli devono essere rivisti. Questo ragionamento, quindi, può avere una validità abbastanza relativa in quanto è necessario comunque tenere un occhio sulle carte presenti sul tavolo, soprattutto quando sono presenti anche degli altri giocatori. C’è da dire che, come del resto avviene anche in altri giochi d’azzardo, anche nel Blackjack sussiste il cosiddetto House Edge, vale a dire il vantaggio statistico di cui il banco gode nei confronti del giocatore e viene espresso in termini percentuali, rappresentando la porzione delle puntate del giocatore che il banco in media riesce ad incamerare. Nel Blackjack questo vantaggio si manifesta nel fatto che, se il giocatore sballa (cioè va oltre il 21), perde immediatamente anche se in seguito è il banco a sballare.